La storia di Matera

Una delle città più antiche del mondo 

matera. una delle città più antiche del mondo

Dal Neolitico ad oggi

Dal Neolitico ad oggi, infatti, per circa 7000 anni la vicenda umana si è svolta, senza alcuna interruzione, in uno stesso luogo.

L’antica città è sorta in un’area rupestre a ridosso di una grande spaccatura carsica, chiamata gravina di Matera e si è sviluppata in uno stretto rapporto con la roccia.

Sull’altipiano murgico che sovrasta la gravina di Matera si trovano i villaggi preistorici di Murgia Timone, il più conosciuto e facilmente raggiungibile, e di Murgecchia.

In quei tempi anche le caverne furono utilizzate come abitazione. Con l’avanzare della civiltà, utilizzando blocchi di tufo della Murgia Materana (aventi la stesse forme ancora oggi in uso), è sorta la città costruita “fuori terra”

la storia di matera

Ricordiamo che Matera nel VI sec. a.C. era l’entroterra delle grandi città della Magna Grecia (Taranto, Metaponto, Crotone, ecc.).

Il primitivo luogo della città costruita, chiamato Civita, si trova al centro dei rioni Sassi. Sulla sua sommità oggi svetta la cattedrale del XIII sec.

In periodo romano la CIVITAS fu munita di mura, al disotto delle quali c’erano spazi aperti con numerose grotte e sopratutto grandi massi rocciosi per i quali i due antichi rioni furono denominati Sassi.

In questi spazi nel periodo romano si insediarono “Casali Rurali” che nel tempo, specie nel corso del Medioevo, ampliandosi e saldandosi alla Civitas, costituirono il “Sasso Caveoso” e il “Sasso Barisano”.

 

matera. una delle città più antiche del mondo

Insieme alla CITTA’ COSTRUITA ha sempre convissuto una città scavata, ma con diverse utilizzazioni nei secoli della parte scavata, a seconda sopratutto delle varie vicende storiche ed economiche.

Un periodo in cui la grotta rupestre ha ripreso una grande funzionalità è stato quello che inizia dal VII sec. d.C. con la presenza massiccia delle comunità monastiche benedettine e greco bizantine.

Queste ultime, in particolare, portavano dai luoghi di provenienza (la Cappadocia, l’Anatolia, l’Armenia, ecc.) una cultura del vivere nella grotta che si fuse con una popolazione già esperta nella escavazione del tufo.

Sono così sorte le cappelle, le chiese, le basiliche rupestri insieme a conventi, laure, asceteri scavati nella roccia. Sostanzialmente, però, gli abitanti dei Sassi, finchè le condizioni economiche lo hanno consentito, hanno costruito “fuori terra”, utilizzando le grotte come depositi, cantine e stalle.

Nel 1663 Matera, dalla terra d’Otranto di cui faceva parte, fu inserita nella Provincia di Basilicata divenendone capoluogo fino al 1806, epoca in cui il capoluogo fu trasferito a Potenza.

Questo è stato il periodo migliore della città.

Lo confermano un numero notevole di costruzioni civili e religiose tra le quali le chiese barocche ed i numerosi monasteri oggi sede di istituzioni pubbliche e culturali. Dal primo decennio del 1800 fino al 1952, la città ha vissuto un lungo periodo di decadenza sia per le ricorrenti crisi dell’economia agricola sia per la perdita del ruolo politico amministrativo.

Il degrado è stato tanto grave da costringere i più poveri ad utilizzare le grotte anche come abitazione attrezzandole per ricoverare sia le persone che gli animali.

La pressione demografica unita alla miseria ben presto trasformò ogni stanza in abitazione ed ogni Grotta-Stalla in Casa-Grotta-Stalla.

Fino ai nostri giorni

Questo misero modo di vivere è sopravvissuto fino al 1952 quando, con la prima delle leggi speciali sui Sassi voluta da Alcide De Gasperi, è iniziato il trasferimento di oltre 15.000 persone nei nuovi rioni della città moderna costruita secondo uno specifico ed organico piano regolatore redatto dall’architetto Luigi Piccinato.

Matera allora contava circa 30.000 abitanti ed il trasferimento della metà della popolazione è avvenuta tra il 1953 e il 1968.

Murgia-Materana

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Il trasferimento è stato realizzato a cura dello Stato che, assegnando la nuova abitazione nei nuovi rioni, è diventato proprietario delle antiche abitazioni.

Infatti i Sassi per circa il 70% sono oggi proprietà del demanio dello Stato I Sassi, inseriti dal 1993 nel patrimonio mondiale dell’umanità tutelato dall’UNESCO, sono attualmente oggetto di una complessa azione di restauro e di recupero delle loro strutture in modo da valorizzare le grandi risorse ambientali, storiche, artistiche e monumentali in esso contenute.

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